sabato 17 gennaio 2009

Spleen sui Concilia di Wilkins

Tanto tuonò che piovve.
Dopo tanta attesa, eccomi di nuovo a Oxford.

Sono qui da soli due giorni, eppure avrei già molto da scrivere a proposito del mio rocambolesco arrivo in ritardo per il maltempo, dei primi contatti con i miei bizzarri coinquilini, dell'immancabile scontro linguistico, del rasserenante Welcome back, Sir dell'incaricata della Biblioteca al rinnovo dei permessi, della lieve febbre che mi rincorre da casa, e in generale del groviglio di pensieri e affetti che ancora gravita su Milano mentre mi muovo con una certa confidenza per le strade e i viottoli di Oxford.

Riporterò invece solo un fatto, che mi ha fatto pensare.

L'indomani del mio arrivo - come per sfogarmi - mi sono messo in pista già di prima mattina. Tornare nella Bodleian Library è stato nuovamente emozionante, nonostante vi abbia trascorso molte ore appena più di un anno fa.

La ricchezza del suo patrimonio librario e la bellezza degli edifici non può che lasciare mozzafiato. Così come incuriosiscono (e un po' inquitano) i volti degli studenti, ma soprattutto degli studiosi e dei docenti che hanno speso qui tanti anni di duro lavoro (ricordate quella frase sulle borse Einaudi circa i lettori-dormienti?).

Ma torniamo a noi. Oltre a studiare per la tesi e a seguire alcuni seminari settimanali, il mio soggiorno inglese mi permetterà di compiere un bel po' di ricerche documentarie che a Milano posso solo sognarmi: devo cercare un po' di titoli che mi sono già segnato nei mesi scorsi, alcuni che non ho trascritto e posso solo provare a ricordare, altri che troverò per caso, passeggiando con le mani in tasca lungo i corridoi delle varie sale.

Ecco, ieri ho dato il via alle mie prime ricerche. La memoria va sicura a ripescare autore e titolo: si tratta di un'opera in più volumi del 1737, i Concilia Magnae Britanniae etc. curati da David Wilkins, che raccoglie bolle ed epistole papali e arcivescovili indirizzate al Regno e alla Chiesa di Inghilterra. Il terzo volume contiene un'epistola di un attivo vescovo dei primi del XV secolo (Th. Arundel) che riporta 267 tesi estratte dalle opere del mio Wyclif e in seguito condannate. Questa lista poi sarebbe finita al Concilio di Costanza, che la discusse, la modificò, ma alla fine - per uno strano caso che la storiografia non ha ancora compreso appieno - non condannò.

Lo so, quello che sto scrivendo annoierà i più (cosa che gioca a favore della vostra salute mentale!), ma...mettetevi nei miei panni: di questa lista io leggo da 5 anni e mi sono sempre chiesto che cosa ci fosse riportato.
Nessun altro testo la riporta.
Gli studi e gli articoli dedicati alle condanne di Wyclif fanno solo riferimento alle pagine, ma non riportano alcun dato...
Insomma, per farla breve: quando estraggo il volume dalla sua mutanda protettiva in cartone provo una profonda emozione. Quando poi, sfogliatolo pazientemente, trovo le pagine, mi sento addirittura un archeologo, uno Schliemann davanti alla maschera di Achille!

Non finisce però qui la storia. Dopo aver individuato la sezione che mi interessa, mi rivolgo alla bibliotecaria per chiedere come posso procurarmi una riproduzione. Scopro così che il testo è troppo vecchio per essere riprodotto, ma che online è disponibile una versione in pdf che riporta le immagini digitali di tutta l'opera.

Mentre mi fornisce tutte le informazioni, non posso che fare
1+1=
ricerca inutile, avrei potuto stamparmelo anche a Milano!

Però.
Però non avrei avuto il piacere di aprire quelle pagine polverose. Ora che ho la mia stampata in saccoccia, le ho solo dato un'occhiata rapida e dovrò ricordarmi di leggerla.
Prima di tornare qui, invece, non vedevo l'ora di avere tra le mani il Wilkins...
E il ragazzo ha fatto il suo dovere!

Vi prometto che non scriverò sempre dei pezzi così, altrimenti rinomino il blog e mi firmo Umberto Eco! Ma, non so perché, di tutte le cose - alcune più serene, altre più burrascose - di questi primi giorni a Oxford, quella cui più tenevo era questa.

Perché non vi preoccupiate, vi annuncio dunque che tra qualche giorno, consolidata la mia presenza qui, scriverò un post sulle mie osservazioni etnico-folkloristiche d'Oltremanica. Ragazzi, sono pazzi questi inglesi!

5 commenti:

  1. Sì, in effetti speravo in qualcosa di più folkloristico (hai ripreso a scendere e a salire dalla bicicletta alla oxoniense?) o gastronomico (novità nella lista salse 2009), ma anche l'emozione di un vecchio libro (nella DH immagino) non è male.
    Come anch'io ho imparato a mie spese, l'accesso al materiale è importante quanto il documento. Sapere dell'esistenza di un testo è importante quanto il libro stesso, altrimenti rimane inutilizzato. A Milano mai avresti saputo della versione in pdf, ad Oxford invece oltre all'originale hai avuto subito la copia virtuale. Se non ci fossi andato, la tua lista sarebbe rimasta oscura.
    Buon primo weekend... messa dai Francescani?

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  2. Già, dai Greyfriars!
    Peccato che alla fine abbia scoperto che il parroco da ventotto anni è un Neocatecumenale... Be', domenica prossima vado dai Gesuiti di fronte al Christ Church's!

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  3. ... ma guarda 'sti due che si danno consigli su preti e chiese! A chi volete darla a bere, si capisce benissimo che Benedictus vi ha spediti nella perfida Albione a puntate per risolvere la distanza fra Canterbury e Roma!
    Chissà se ce la farete...
    Siete due bei fenomeni, perfino con miglia a dividervi!
    Baci, anzi, huge kisses!
    Anna

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  4. ils sont fous ces anglais!! bella citazione caro il nostro schliemann, apprezzo molto. si attendono con ansia notizie di folklore locale per esempio dettagli sui coinquilini o aneddoti ameni sui camerieri di nero (il miglior caffè da qui a milano!). no notizie sul tempo che sono noiose, grazie!
    piki

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  5. Inizio emozionante, il pdf ha smorzato un pochino le paleontologiche sensazioni, ma comunque direi che è stato un buon inizio!

    E anche io sto... looking forward (spasmodically) to hearing from you about the local folklore...

    Ciao fratell-house =)

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