giovedì 26 febbraio 2009

From the other place!

Cari tutti,

sono arrivato da qualche giorno in the other place, l'espressione molto britannica con la quale gli oxoniensi usano chiamare Cambridge, e viceversa.

Vi scrivo - un po' di straforo - dal computer del figlio della mia landlady di qui. Sono capitato davvero bene: la famiglia, composta solo da loro due, e' molto simpatica, parlano un inglese dall'accento puro ed e' un piacere chiacchierare con loro prima e dopo cena (vale a dire intorno alle 19.00!).

A Cambridge sono venuto per un primo esame autoptico - cosi' si dice - del manoscritto che sto studiando, tra le altre cose, in questo periodo. Il mio breve soggiorno qui e' stato fruttuoso ma molto stancante: la splendida sala in cui studio - che vedete nella foto - e' aperta solo dalle 9 alle 17, e quindi devo sfruttare ogni minuto, senza quasi concedermi requie. Non so infatti quanto sara' facile tornare qui, anche se sono certo che dovro'.

I miei giorni qui sono stati resi piacevoli dalla famiglia ospite, come ho detto, ma anche da altri incontri piu' o meno pianificati. Lunedi' ho visto Benedetta, che avevo conosciuto di sfuggita e che sapevo dottoranda in un college di qui. Me la ricordavo molto simpatica e gentile e cosi' e' stata: con lei ho potuto girare un po' per gli angolini da intenditori di Cambridge, compresa una birra nel pub interno al suo college.

Mi ha raccontato - e cosi' inizio a insirire qualche chicca del folklore locale - che gli studenti e i fellows del suo college, il St John's, possono chiedere la chiave per salire sulla bella e alta torre che sovrasta l'ingresso a uno dei cortili principali (a Oxford si chiamano quads, qui in un altro modo...come tutto!). Una antica regola del college, pero' proibisce ai custodi di consegnare alla fine del trimestre le chiavi agli studenti undergraduates - i nostri triennali -, per evitare che si buttino giu' dalla torre per la disperazione che precede le prove d'esame...

Cambridge e' molto piccola, e mi piace meno di Oxford, anche se i colleges sono bellissimi. Tolta la cerchia centrale, circondata dai bellissimi e verdissimi backs, la citta' sembra sparire nel nulla. Non e' un caso che - e torna il folkloristico duello di Oxbridge - i cantabrigensi chiamino Oxford the town e gli altri chiamino Cambridge the village.

Tutto chiude alle 5, appunto, e mi e' difficile fare due passi e - chesso' - spulciare i libri usati di un secondhand, perche' quando esco dalla biblioteca e' gia' tutto chiuso.

Studio in una biblioteca dall'ingresso ristrettissimo. Quando ho scritto la prima mail per segnalare la mia intenzione di venire una settimana qui, mi hanno risposto dicendomi che avrebbero riservato una sedia per me. Inizialmente, ho pensato di aver capito male l'inglese della archivista. E invece, una volta arrivato ho scoperto che la splendida sala interamente progettata da Ch. Wren, sebbene lunga una ventina di metri, ha solo sei posti a sedere!

Si studia tutto il giorno sotto il vigile sguardo di un bibliotecario. Ieri stavo finendo di controllare alcune righe del mio manoscritto e mancavano cinque minuti alla chiusura, il mio guardiano senza neppure alzare gli occhi dal suo libro e senza quasi muovere la bocca mi ha lasciato intendere: "And so...I'm thinking I'm going home now. And so you...". Messaggio ricevuto.

Gli inglesi hanno due modi per comunicare. O si producono in generose smorfie e aiutano l'interlocutore a immedismarsi nel loro racconto muovendo tutto il corpo (altro che il gesticolare italico). Altrimenti, parlano guardandoti fissamente senza quasi muovere la bocca e lasciando scivolare le parole come inarticolate.

Il mio vicino di tavolo in questi giorni e' un simpatico settantenne con una importante chevaliere (scusate qui non ho gli accenti) al dito. Sembra uscito da una barzelletta (c'erano un italiano, un inglese...): parla come da barzelletta, e' vestito elegantissimo come da barzelletta, e vuole sempre fare dello humor come da barzelletta. Tra una battuta e l'altra ho scoperto che e' un Lord, che ha dovuto cedere recentemente meta' di una sua residenza al National Trust e che un suo antenato e' stato il primo master del Queen's di Oxford.

Nella biblioteca dove studio ci sono molte bacheche contenenti antichi manoscritti o altri volumi di rilievo. Oltre a un manoscritto con l'epistolario paolino datato VIII secolo (!!!) ci sono gli scritti autografi di alcune celebrita' che hanno studiato e/o insegnato al Trinity. Gente come Newton, Byron, Russell, Wittgenstein e...l'inventore di Winnie the Pooh!

Infine, il Trinity ha delle bellissime aiuole tenute maniacalmente. Ieri mi sono stupito di vedere alcune persone camminarci sopra e ho pensato che fosse davvero maleducato, considerando poi che si trattava di adulti e non di mocciosi. Stasera a tavola ho scoperto che a Cambridge sono autorizzati a calpestare l'erba dei colleges soltanto i fellows, quanti cioe' appartengono al corpo docente o di ricerca! Tutti gli altri sono autorizzati a camminare sui greens solo se tenuti per mano dai priviligiati! Pare che chi ha studiato a Cambridge - come il figlio della mia padrona di casa - non riesca, anche in altre citta', a calpestare l'erba, perche' ha un blocco insuperabile...

Direi che per Cambridge puo' bastare.
La nota positiva oltre allo studio e' stata la gastronomia. Qui a casa ho mangiato vero cibo inglese, squisito. I due sono ottimi cuochi e il cibo tradizionale homemade non ha nulla a che vedere con le porcherie che si trovano spesso in giro. Il cibo dei pubs e' buono, ma quello casalingo e' ancora meglio. Martedi' ho cenato benissimo anche in un ristorante, dopo un seminario: e' venuta infatti a parlare una docente che ben conosco da Pavia e mi sono unito alla comitiva.

Un abbraccio e...a domenica!
Gigi

p.s.
Aggiungo la foto una volta a "casa".
p.p.s
Avevo visto a Oxford qualcuno entrare in un bagno e appoggiare per terra zaino e cappotto (sic...!). Ma qui a Cambridge ho visto qualcuno entrare in bagno con un panino in mano...

domenica 22 febbraio 2009

Sunday Videos #4

Carissimi,

domenica è sempre domenica, il giorno giusto per mettersi le pantofole o gli scarponi, e riposarsi come si preferisce.

Continuo a passare ottimi giorni qui a Oxford, approfondendo le mie ricerche e le mie relazioni.
Presto vi scriverò qualcosa in proposito.

Ora però, è ormai rito, passo agli appuntamenti video di questa settimana.

Oggi è il compleanno di Piki, e allora vi propongo una selezione di insoliti happy birthdays!

Il primo, celeberrimo, ha scritto una pagina dell'immagionario collettivo americano (e non solo): Marylin Monroe decisamente alticcia canta il suo augurio a un "molto amato" presidente Kennedy...
Qui il video: http://www.youtube.com/watch?v=k4SLSlSmW74

Il secondo, per gli amatori di Kubrick, è l'insolito augurio di Natale cantato dai marines di Full Metal Jacket, dove la lieta ricorrenza fornisce al sergente l'occasione per ricordare ai suoi uomini che Dio è dalla loro parte nella guerra contro i comunisti e che il compito dei marines è quello di riempire il cielo di "anime fresche"...
Qui il video: http://www.youtube.com/watch?v=9t4FgmaKOy8

Infine, un perfetto - almeno a me - sconosciuto si immagina canzoni di auguri interpretate da diversi cantautori italiani, risultandomi assai simpatico!
Qui il link: http://www.youtube.com/watch?v=K0xCYC34oN0

Cambiando tema, non posso esimermi dal riportare il seguente pezzo d'autore...e che autore: Little Tony. Trattengo a fatica ogni commento!
Qui il link: http://www.danacol.it/ltony/default.aspx

Infine, consueto appuntamento sportivo: questa è la volta del curling, uno sport spettacolare ingiustamente dimenticato...
Qui il link: http://www.youtube.com/watch?v=-vpfUOQKbLA

Buona domenica a tutti!
Gigi

lunedì 16 febbraio 2009

Sunday Videos #3

Ciao a tutti,

ecco di nuovo su questi schermi la settimanale rubrica "Sunday Videos", puntuale come un orologio svizzero.

A proposito di Svizzera...

Il primo video che vi sottopongo credo possa entrare nel Guinness dei Primati del Kitsch.
I baffi, il ghigno, la voce, i pantaloni di pelle, i buffi passi di danza, la stessa musica... non esistono le parole per descrivere tutto ciò.
Non posso fare altro che lasciarvi il link: http://www.youtube.com/watch?v=dHxqnRg29PY&feature=related

Se il primo video riesce nell'impresa di toccare insieme, con un solo abbraccio, le vette e gli abissi del bello e del brutto della sfizera ferte, il seguente - uno Jodler - ce ne offre un quadretto più tradizionale e molto simpatico.
Qui il link: http://www.youtube.com/watch?v=_rljMkvjg7I

I patiti degli sport "estremi" apprezzeranno il mago delle freccette...certo meno movimentato del ping pong e meno freestyler del biliardista, ma pur sempre il primo a chiudere una partita perfetta in TV.
Qui il link: http://www.youtube.com/watch?v=JjCNiMHTm84&feature=related

E per stasera è tutto, anche perché è passata nel frattempo mezzanotte e oggi la mia giornata londinese mi ha fatto camminare assai!

Un abbraccio,
Gigi

sabato 14 febbraio 2009

Note folkloristiche - parte seconda

Certo che gli inglesi in fin de' conti so' ggente strana, cc'hanno le strade larghe larghe e le chiamano stritt, li torpedoni alti alti e li chiamano bbass, e le femmene le chiamano uommene (Antonio de' Curtis)

Le stranezze dei britannici non si fermano a questa pur geniale istantanea del Principe della risata.
L'altro giorno ho scoperto che qui le scuole private si chiamano 'public schools'...

Un'altra settimana è passata, ricca di incontri piacevoli e interessanti - accademici o meno.
Prima o poi vi racconterò qualche dettaglio della bella rete di conoscenze che si sta formando attorno al sottoscritto in quel di Oxford, dei miei mates di language swap, degli incontri (pseudo-para-) intellettuali, and so on.

Oggi ho deciso di offrirvi ancora un saggio di inglesitudine bizzarra.
Se ne parlava stasera con Simona, una mia coinquilina italiana qui per un master: dopo una prima reazione di stupore di fronte ai comportamenti degli inglesi, si prova presto una sensazione di straniamento che può portare a due esiti. O un atteggiamento decisamente simpatetico, o un risoluto rigetto.
Io mi scopro giorno dopo giorno piuttosto ben disposto e divertito nei confronti della loro forma mentis.

Ecco qualche osservazione puntigliosamente registrata questa settimana.

Ordine pubblico ed educazione

Il filmato di Gioele Dix che ho postato tre domeniche fa - vola il tempo... - fotografava con efficacia la mania inglese di usare in ogni contesto la parola please. Un discorso analogo si può fare a proposito del loro vezzo nel chiedere sorry per qualsiasi cosa, anche quando si è nel giusto.
L'altro giorno un signore è sceso dal bus e ha calpestato maldestramente il piede di un passante. Il primo, colpevolmente, ha rivolto il suo sorry al malcapitato. Quest'ultimo gli ha risposto a tono con un sorry che nel più educato degli italiani sarebbe equivalso a una interiezione decisamente censurabile...

Quello che non smette di stupirmi qui a Oxford è la presenza muscolare delle forze dell'ordine. Non c'è ora del giorno in cui non si senta strillare una sirena della Polizia.
Considerato che la cittadina conta 120.000 abitanti, ma che nella zona da me frequentata non ce ne saranno più di 30.000, non posso che pensare che si tratti di un uso popolare, una tradizione antica e puntuale come il rito del tea...

Sarà per questo forse che a Oxford viene girata una serie poliziesca di successo, Inspector Morse. Ogni volta che vedo i cofanetti dei DVD da Blackwell's non posso che associare il pallido sosia di Barnaby alla signora Jessica Fletcher. Già, in fondo la piccola Cape Coad non sarà tanto più grande del centro di Oxford, sotto le cui guglie l'ispettore Morse si adopera per scovare i colpevoli dei crimini più efferati. Immagino che, come nel caso della Signora in Giallo, gli abitanti di Oxford facciano gli scongiuri ogni volta che si imabttono nel puntuale ispettore... Il tasso di criminalità di Oxford probabilmente supera quello di Cinisi...

La Polizia inglese. Ho già accennato alle pattuglie di poliziotti in bici appostati dietro gli angoli per lanciarsi all'inseguimento di ciclisti irregolari (non forniti, cioè, di luci e altri ammennicoli).

Non posso qui tacere quanto accaduto a due amici polacchi di Simona. I disgraziati, residenti e lavoratori a Oxford, hanno pensato bene di passare un mese di ferie in Tailandia. Al loro ritorno constatano con dolore e sconcerto che la loro auto è sparita. Non ve n'è più traccia alcuna. I poveri giovani lavoratori polacchi si mettono il cuore in pace e iniziano a guardarsi attorno in cerca di una vettura usata da comprare.
Pochi giorni dopo ricevono una lettera dalla Polizia, che li rende al corrente del fatto che la loro auto - passate due settimane dal sequesto con il carroattrezzi, giustificato dalla mancata esposizione di un bollino obbligatorio - era stata distrutta dallo sfasciacarrozze del dipartimento di Polizia.
Ripeto, se non fossi stato chiaro: sono stati via un mese; lasciano l'auto posteggiata davanti a casa; non si sono ricordati di pagare una tasse e esporre il relativo bollino; tornano e non trovano l'auto; scoprono che la Polizia ha sequestrato la stessa ma che, dopo due settimane, l'ha distrutta. Rischiando di essere pedanti, preciso: dopo due settimane, non li hanno avvisati di andare a recuperarla e pagare una salata multa...L'hanno distrutta.

E che dire delle mie esperienze in Posta. Ho dovuto mandare due lettere in Italia. Le Poste inglesi, come le italiane, offrono diversi servizi, anche bancari. Bisogna capire bene allora a quale mandria di persone accodarsi. La mia fila dura almeno una decina di minuti. Davanti a me due ragazzi, e subito oltre un anziano signore, appoggiato a un bastone e dal passo incerto. La fila è rallentata da un signore ancora più anziano che rimbrotta l'impiegato, lamentando qualcosa circa due schedine del Bingo(u). Durante l'estenuante attesa, l'anziano signore appoggiato al bastone scorge qualche prodotto in bella vista su un espositore parallelo alla fila, a un solo passo da lui. Esce dunque dalla fila per dare un'occhiata e risolve per prenderlo. Ritorna sui suoi passi, quand'ecco che un'odiosa impiegata grassoccia gli intima con fermezza che rasenta la violenza di tornare in fondo alla fila perché ne è uscito e ha perso ogni diritto precedentemente acquisito. Personalmente, avrei voluto insorgere e dirne quattro (in italiano; in inglese non so dirne più di due...) alla sgradevole zittellona. Mi sono trattenuto, però, perché la mia missiva era urgente, il mio tempo poco, e non volevo perdere la mia priorità in fila...

I ragazzi polacchi cui ho già fatto cenno - e che non conosco... - ne hanno passata un'altra. Per due sere di fila, la ragazza e una sua amica (rispettivamente 31 e 26 anni) hanno ricevuto la richiesta del barista di un pub di mostrare il documento di identità per appurare il loro diritto a ordinare dell'alcool. Entrambe le volte si sono sentite dire che il documento polacco non è considerabile valido e sono state invitate ad allontanarsi dal locale. La seconda volta, il marito della 31enne - che ancora stava pensando...non tanto all'auto, immagino, quanto ai suoi cd preferiti in essa contenuti - ha deciso di chiamare la Polizia e denunciare l'accaduto. Qui in UK, infatti, il codice prevede il reato di racist discrimination.

Concludo il post con una nota più accademica e polverosa.
Sto seguendo diversi seminari, oltre a perdere diottrie su libri e manoscritti.
La cosa interessante di ogni seminario, quanto al costume locale, è che se ne avverte un carattere, uno stile, uno spirito distintivo.
Il seminario di Storia Medievale si tiene nel bellissimo All Soul's College. Qui ci si riunisce in una elegante sala moderna, la Wharton Hall, con un caminetto dominato dal ritratto del Prof. Wharton, già luminare del college in qualche dimenticata disciplina.
Quello di Inglese Medievale ha luogo in una modernissima e anonima struttura della Facoltà. La stanza è asettica e assai poco confortevole. Ben più simpatico è invece il fatto che, al termine del dibattito (molto breve, invero), la serata termina con wineries copiosamente offerte al piano superiore...
Il top però è il seminario di Teologia e Storia Medievali, ospitato dal mirabilante Merton College (il quarto più antico di Oxford, dove ha studiato filosofia Wyclif). Qui ci si riunisce nella splendida Breakfast Room e all'arrivo si riceve gentilmente dalle mani del docente ospite una tazza - in porcellana blu e bianca - di ottimo earl grey. Ognuno si tiene la propria tazza di fianco al block-notes e sembra di essere al club di Fogg ne "Il giro del mondo in 80 giorni".

Per ora è tutto!
Vi mando un abbraccio da un'Inghilterra finalmente baciata dal sole.
Gigi

domenica 8 febbraio 2009

Sunday Videos #2

Carissimi,

come promesso, ecco di nuovo una piccola selezione di video spassosi per un po' di sano relax domenicale.

La settimana è stata densa, infatti: il viaggio in auto da Milano assai impegnativo, il rientro qui molto produttivo e al contempo molto piacevole, nonostante la reazione impanicata - assai divertente, a ben vedere - dei britannici per poco più di dieci centimetri di neve.

Mercoledì mattina, sotto una lieve nevicata, la città era silenziosissima e non c'era quasi nessuno per strada. I pochi erano impegnati a fotografare le guglie innevate o, altrettanto spesso, a lanciare palle di neve.

Gli inglesi si sono rivelati dei gran giocherelloni!
Gli autisti dei bus in pausa hanno improvvisato in pieno centro una battaglia, trincerandosi dietro le auto e spesso colpendo i passanti.
Alcuni studenti si sono nascosti dietro i merli dei loro colleges, aspettando l'occasione propizia per scaricare sulle teste dei passanti ignari massicce dosi di neve!
Pupazzi sono sorti un po' ovunque.

Il sistema dei trasporti ha subito notevoli disturbi: non tanto in Oxford, dove le strade e i marciapiedi vengono puliti continuamente; piuttosto, in direzione di Londra, quasi impossibile da raggiungere a causa della pessima viabilità.
Un amico di amici ha impiegato 13 ore per raggiungere Oxford da Gatwick.
Un ragazzo che ho conosciuto ieri sera ha rinunciato ad andare a una conferenza a Londra e a metà strada ha cambiato bus ed è tornato indietro. Nella cittadina dove è sceso si è imbattuto in due persone che si aggiravano con gli sci di fondo ai piedi...

Ma bando alle ciancie!
La ricerca dei video non è stata semplice: avrei voluto farvi vedere due pubblicità progresso che vengono spesso trasmesse dalle emittenti inglesi.
Nonostante le lunghe ricerche, tuttavia, non sono ancora stato in grado di trovarle: una è contro l'abuso di alcool, l'altra contro il crescente abbandono degli studi universitari.
Ma non mi do per vinto e chissà che non mi riesca per la prossima settimana: sono davvero notevoli!

La ricerca però non è stata infruttuosa: inizio, dunque, a presentarvi altre due pubblicità progresso inglesi.

La prima fa parte dell'insistente campagna televisiva contro il consumo di tabacco, che qui, nonostante le sigarette siano notoriamente molto care, è decisamente diffuso.
La trovate qui: http://www.youtube.com/watch?v=-GfyKfcijDA

La seconda è un buon esempio di pubblicità progresso inglese rivolta contro l'uso di cocaina (e al contempo a favore della protezione degli animali).
La trovate qui: http://www.youtube.com/watch?v=5bdwTnf8UX4

Indugiando sulle pubblicità, per un qualche strano collegamento sinaptico sono andato a cascare sui vecchi filmati di Guzzanti nelle vesti di Vulvia, l'impacciata annunciatrice di Rieduchescional Ciannel! Ce ne sono diversi online, tutti davvero spassosi.
Ne trovate qui uno, per incominciare: http://www.youtube.com/watch?v=j0Gx0eCJoWU

Non poteva mancare anche questa settimana un appuntamento musicale. Questa volta è il turno del Duetto buffo di due gatti di Rossini, nell'interpretazione di Monserrat Caballé e Monserrat Marti.
Lo trovate qui: http://www.youtube.com/watch?v=0jsqnnIzohA

Infine, alla luce dell'enorme successo riscontrato dal precedente video sportivo (il mago del biliardo), torno sul tema delle spectacular sport skills con il seguente "balletto" di due maghi del ping pong.
Lo trovate qui: http://www.youtube.com/watch?v=vtouua5mktc

Un abbraccio e a presto per aggiornamenti.
Buona domenica!
Gigi

p.s.
Nella sezione foto, un nuovo album contenente alcuni scatti della neve a Oxford. Purtroppo la luce era terribile. Ma mi sono inerpicato in cima al campanile di St Mary's Church, su High St, per immortalare la città dall'alto!

martedì 3 febbraio 2009

Note folkloristiche - parte prima

Carissimi,

sono di ritorno in Inghilterra, dopo una brevissima - ma molto piacevole - parentesi meneghina.

Ieri sono ripartito in auto e ho attraversato un'Europa nevosa (fino al Gottardo) e poi a tratti piovigginosa (fino a Bruges), mentre la bufura di neve imperversava sulla testa della Regina Elisabetta e bloccava scuole e mezzi di comunicazione.

Ora sono sul traghetto e il cielo è terso, ma a partire da stesera alle 21 è prevista di nuovo neve, sicuramente a Oxford. E così nei prossimi giorni. Spero che abbiano pulito per bene le strade, perché non vedo l'ora di scaricare l'auto e rimettermi in pista.

Sulla via del ritorno, penso alle belle due settimane che vi ho già trascorso, alle tante persone - simpatiche e in gamba - che ho conosciuto ai seminari, in biblioteca, e in altre occasioni molto più gioviali. Sono state due settimane ben oltre ogni più rosea previsione. Più avanti vi racconterò qualcosa dei miei contatti qui, accademici e non.

Ma tornando nella Perfida Albione, la mente va anche alle tante stranezze in cui mi imbatto ogni giorno. E visto che ho tante volte annunciato un post dal tema Ils sont fous ces Bretons!, inizio a fornirvi qualche nota folkloristica raccolta in questo primo periodo.
Ne seguiranno altre, senz'altro più succulente, perché l'occhio italico non si abitua al contesto inglese, ma quotidianamente si aguzza (non per suo merito, ma per le incalcolabili bizzarrie di quei simpatici barbari).

Ecco, dunque, alcune prime osservazioni.

In bicicletta
:

I sudditi di Sua Maestà non circolano in bicicletta come tutti i comuni mortali.
Innanzitutto e per definizione "sfrecciano": bambini, studenti, universitari, adulti, anziani, donne e uomini, tutti si lanciano all'impazzata sulle piste ciclabili.
E' facile riconoscere gli inglesi: sono quelli che superano gli altri ciclisti - e che, quindi, spesso ti superano.

Individuare gli inglesi è facile anche per un secondo, ma non secondario, indizio: l'abbigliamento.
Gli europei continentali o gli stranieri di altre parti del mondo si aggirano per Oxford ben bardati.
Gli inglesi si muovono alle 9 di mattina, a 50 all'ora in bici, con un semplice golf, possibilmente a V, senza sciarpa, senza guanti, senza cappello. Le ragazze, in bici o a piedi, se c'è un solo timido raggio di sole, girano in maglietta e - spesso - senza calze.
Se dunque la mattina ti supera un tizio in maglietta o con un abbigliamento che noi sfoggeremmo a settembre, è un inglese.

Infine, la sera gli inglesi in bici danno il meglio di sè. Il loro mezzo deve essere provvisto - per legge - di luci anteriori e posteriori lampeggianti.
Ho dovuto provvedere anch'io, dopo aver assistito più volte all'intervento di pattuglie di poliziotti in bici - appostate dietro gli angoli, per lanciarsi in un furioso inseguimento - per multare qualche improvvido ciclista senza luci.
Ma il loro standard di sicurezza è molto alto e allora tutelano la propria incolumintà indossando giacche o gilet gialli fosforescenti e stringendo i pantaloni alle caviglie con bande catarinfrangenti (in alternativa i pantaloni sono infilati dentro le calze, onde evitare che il grasso del mozzo e della catena li lordino).
Quindi la sera se un albero di Natale di supera a 50 all'ora, è un inglese.

In biblioteca
:

Per noi tutti è assolutamente naturale entrare in biblioteca e appoggiare il nostro zaino per terra. In questo gli inglesi sono bravi ragazzi come noi.
Decisamente insolito è piuttosto il loro costume di togliersi la giacca (quei pochi che la portano) e mettere per terra pure quella sulla moquette di rito o, in ogni modo...per terra!

E ok, molti di noi hanno visto spesso compagni e colleghi togliersi le scarpe sotto i banchi di un aula o i tavoli di una biblioteca.
Ecco, fatico invece ad abituarmi agli inglesi che si tolgono le scarpe e si mettono le pantofole (o le Crocks).
Che dire poi del fatto che, mezze desnude come ho detto, diverse ragazze estraggano dallo zaino una graziosa coperta da mettersi sulla gambe?

Per strada:

Camminare per le vie del mio quartiere è piacevole. Abito in una zona popolare e studentesca. Ogni negozio è un angolo di mondo: sfidano il Tesco e la Coop una miriade di alimentari polacchi, pakistani, indiani, bangladeshiani, italiani; chiesette di ogni confessione si alternano alla scuola coranica. Studenti di ogni parte del mondo fa la fila insieme agli immigrati del Commonwealth.
Non mancano però alcune stranezze...

Innanzitutto, passeggiando con le mani in tasca, in pace con se stessi, si rimane stupiti di incontrare dei minacciosi cartelli gialli che rappresentano un poliziotto con tanto di manganello, con alle spalle un gruppo nutrito di civili e la scritta Neighborhood Vigilance. We are watching you, o qualcosa del genere...
Non mi è chiaro se ci siano delle vere e proprie ronde, oppure se i vicini dai loro Bowindo siano autorizzati - e io per primo - a farmi gli affari degli altri.

Inoltre, per strada si incontrano alcune figure leggendarie. L'uomo che per ora chiamerò solamente Colui-che-abita-in-fondo-all'orto, ad esempio, ha efficacemente ribattezzato una di queste, con il nome "L'uomo che fluttua". Si tratta di un quarantenne di colore, dai capelli ricci e molto gonfi, pancione, che si aggira tutto il giorno con vestiti semi-laceri per la via, senza far niente. E' uno dei tanti titolari di un sussidio di disoccupazione introdotto dai governi Blair.
Tali sussidi, data la contrazione degli stipendi, hanno retto e si sono rivelati quasi appetibili per le classi sociali basse. L'uomo che fluttua, dunque, non ha praticamente più interesse a cercare un lavoro, almeno finché non percepirà il sussidio. E lui, insieme a molti suoi compari, fluttua placido giorno e notte per le vie.

Infine, val la pena parlare delle serate dei supereroi.
Già perché quelle menti degli studenti di qui, il sabato sera non vanno semplicemente fuori a ubriacarsi di brutto (cosa che pure fanno). Ma spesso si travestono.
Giovedì scorso sono uscito con l'uomo che per ora chiamerò Colui-che-abita-in-fondo-all'orto, per prenderci una birra (io, lui è astemio). Dopo pochi passi abbiamo incontrato Capitan America. Ho sentito altri racconti di queste bravate.
Non vanno a feste in maschera, ben inteso. Semplicemente vanno in un pub vestiti da supereroi (o altro), in mezzo alla gente "normale".
E ci è andata bene: qualche tempo fa nel pub in fondo alla via pare che ci fossero ragazzi e ragazze ubriachi che ballavano nudi sui tavoli del giardino per fumatori, che dà sulla strada. Specificare che c'erano 2 gradi sembrerebbe forse giustificare la cosa in altre condizioni meteo!
Un amico che ora studia a Bristol mi ha confermato che le notti brave finiscono presto in versione naked.

Per ora è tutto.
Alla prossima!
Gigi

p.s.
Per ovvi motivi logistici domenica scorsa è saltata la rubrica settimanale Sunday Videos. Ci scusiamo per il disagio. Domenica prossima si riprenderà regolarmente a trasmettere su queste onde.