martedì 3 febbraio 2009

Note folkloristiche - parte prima

Carissimi,

sono di ritorno in Inghilterra, dopo una brevissima - ma molto piacevole - parentesi meneghina.

Ieri sono ripartito in auto e ho attraversato un'Europa nevosa (fino al Gottardo) e poi a tratti piovigginosa (fino a Bruges), mentre la bufura di neve imperversava sulla testa della Regina Elisabetta e bloccava scuole e mezzi di comunicazione.

Ora sono sul traghetto e il cielo è terso, ma a partire da stesera alle 21 è prevista di nuovo neve, sicuramente a Oxford. E così nei prossimi giorni. Spero che abbiano pulito per bene le strade, perché non vedo l'ora di scaricare l'auto e rimettermi in pista.

Sulla via del ritorno, penso alle belle due settimane che vi ho già trascorso, alle tante persone - simpatiche e in gamba - che ho conosciuto ai seminari, in biblioteca, e in altre occasioni molto più gioviali. Sono state due settimane ben oltre ogni più rosea previsione. Più avanti vi racconterò qualcosa dei miei contatti qui, accademici e non.

Ma tornando nella Perfida Albione, la mente va anche alle tante stranezze in cui mi imbatto ogni giorno. E visto che ho tante volte annunciato un post dal tema Ils sont fous ces Bretons!, inizio a fornirvi qualche nota folkloristica raccolta in questo primo periodo.
Ne seguiranno altre, senz'altro più succulente, perché l'occhio italico non si abitua al contesto inglese, ma quotidianamente si aguzza (non per suo merito, ma per le incalcolabili bizzarrie di quei simpatici barbari).

Ecco, dunque, alcune prime osservazioni.

In bicicletta
:

I sudditi di Sua Maestà non circolano in bicicletta come tutti i comuni mortali.
Innanzitutto e per definizione "sfrecciano": bambini, studenti, universitari, adulti, anziani, donne e uomini, tutti si lanciano all'impazzata sulle piste ciclabili.
E' facile riconoscere gli inglesi: sono quelli che superano gli altri ciclisti - e che, quindi, spesso ti superano.

Individuare gli inglesi è facile anche per un secondo, ma non secondario, indizio: l'abbigliamento.
Gli europei continentali o gli stranieri di altre parti del mondo si aggirano per Oxford ben bardati.
Gli inglesi si muovono alle 9 di mattina, a 50 all'ora in bici, con un semplice golf, possibilmente a V, senza sciarpa, senza guanti, senza cappello. Le ragazze, in bici o a piedi, se c'è un solo timido raggio di sole, girano in maglietta e - spesso - senza calze.
Se dunque la mattina ti supera un tizio in maglietta o con un abbigliamento che noi sfoggeremmo a settembre, è un inglese.

Infine, la sera gli inglesi in bici danno il meglio di sè. Il loro mezzo deve essere provvisto - per legge - di luci anteriori e posteriori lampeggianti.
Ho dovuto provvedere anch'io, dopo aver assistito più volte all'intervento di pattuglie di poliziotti in bici - appostate dietro gli angoli, per lanciarsi in un furioso inseguimento - per multare qualche improvvido ciclista senza luci.
Ma il loro standard di sicurezza è molto alto e allora tutelano la propria incolumintà indossando giacche o gilet gialli fosforescenti e stringendo i pantaloni alle caviglie con bande catarinfrangenti (in alternativa i pantaloni sono infilati dentro le calze, onde evitare che il grasso del mozzo e della catena li lordino).
Quindi la sera se un albero di Natale di supera a 50 all'ora, è un inglese.

In biblioteca
:

Per noi tutti è assolutamente naturale entrare in biblioteca e appoggiare il nostro zaino per terra. In questo gli inglesi sono bravi ragazzi come noi.
Decisamente insolito è piuttosto il loro costume di togliersi la giacca (quei pochi che la portano) e mettere per terra pure quella sulla moquette di rito o, in ogni modo...per terra!

E ok, molti di noi hanno visto spesso compagni e colleghi togliersi le scarpe sotto i banchi di un aula o i tavoli di una biblioteca.
Ecco, fatico invece ad abituarmi agli inglesi che si tolgono le scarpe e si mettono le pantofole (o le Crocks).
Che dire poi del fatto che, mezze desnude come ho detto, diverse ragazze estraggano dallo zaino una graziosa coperta da mettersi sulla gambe?

Per strada:

Camminare per le vie del mio quartiere è piacevole. Abito in una zona popolare e studentesca. Ogni negozio è un angolo di mondo: sfidano il Tesco e la Coop una miriade di alimentari polacchi, pakistani, indiani, bangladeshiani, italiani; chiesette di ogni confessione si alternano alla scuola coranica. Studenti di ogni parte del mondo fa la fila insieme agli immigrati del Commonwealth.
Non mancano però alcune stranezze...

Innanzitutto, passeggiando con le mani in tasca, in pace con se stessi, si rimane stupiti di incontrare dei minacciosi cartelli gialli che rappresentano un poliziotto con tanto di manganello, con alle spalle un gruppo nutrito di civili e la scritta Neighborhood Vigilance. We are watching you, o qualcosa del genere...
Non mi è chiaro se ci siano delle vere e proprie ronde, oppure se i vicini dai loro Bowindo siano autorizzati - e io per primo - a farmi gli affari degli altri.

Inoltre, per strada si incontrano alcune figure leggendarie. L'uomo che per ora chiamerò solamente Colui-che-abita-in-fondo-all'orto, ad esempio, ha efficacemente ribattezzato una di queste, con il nome "L'uomo che fluttua". Si tratta di un quarantenne di colore, dai capelli ricci e molto gonfi, pancione, che si aggira tutto il giorno con vestiti semi-laceri per la via, senza far niente. E' uno dei tanti titolari di un sussidio di disoccupazione introdotto dai governi Blair.
Tali sussidi, data la contrazione degli stipendi, hanno retto e si sono rivelati quasi appetibili per le classi sociali basse. L'uomo che fluttua, dunque, non ha praticamente più interesse a cercare un lavoro, almeno finché non percepirà il sussidio. E lui, insieme a molti suoi compari, fluttua placido giorno e notte per le vie.

Infine, val la pena parlare delle serate dei supereroi.
Già perché quelle menti degli studenti di qui, il sabato sera non vanno semplicemente fuori a ubriacarsi di brutto (cosa che pure fanno). Ma spesso si travestono.
Giovedì scorso sono uscito con l'uomo che per ora chiamerò Colui-che-abita-in-fondo-all'orto, per prenderci una birra (io, lui è astemio). Dopo pochi passi abbiamo incontrato Capitan America. Ho sentito altri racconti di queste bravate.
Non vanno a feste in maschera, ben inteso. Semplicemente vanno in un pub vestiti da supereroi (o altro), in mezzo alla gente "normale".
E ci è andata bene: qualche tempo fa nel pub in fondo alla via pare che ci fossero ragazzi e ragazze ubriachi che ballavano nudi sui tavoli del giardino per fumatori, che dà sulla strada. Specificare che c'erano 2 gradi sembrerebbe forse giustificare la cosa in altre condizioni meteo!
Un amico che ora studia a Bristol mi ha confermato che le notti brave finiscono presto in versione naked.

Per ora è tutto.
Alla prossima!
Gigi

p.s.
Per ovvi motivi logistici domenica scorsa è saltata la rubrica settimanale Sunday Videos. Ci scusiamo per il disagio. Domenica prossima si riprenderà regolarmente a trasmettere su queste onde.

6 commenti:

  1. Ciao Fratello!
    grazie per queste note folkloristiche delle quali già non posso più fare a meno (quindi provvedi rapidamente a rimpinguare il quadernino e ad offrircene una seconda parte).
    Suppongo che la definizione "l'uomo che fluttua" da parte di Colui-che-abita-in-fondo-all'orto sia stata coniata in italiano, quindi - nel gioco del mistero - propongo la nazionalità italiana di costui (mi pare un po' di giocare a Cluedo). Chi vuole può aiutarmi a capire l'arma del delitto e la stanza: forse la veranda??

    Fossi lì con te inizierei a entrare nei negozi di alimentari che hai descritto, alla ricerca di alimenti ignoti, probabilmente con poca soddisfazione finale, ma con mucho gusto =)

    Per quanto riguarda il clima inglese, dopo la cartolina che hai inviato a mamma e papà - troppo carina -, l'abbigliamento dei ciclisti potrebbe aiutarti a prevedere il tempo, o quantomeno a decidere cosa indossare: se ti affacci alla finestra e passa la schoolgirl a 50mph senza calze e in maglietta, stamattina puoi prendere il cappotto. Se però indossa le calze, allora acchiappa il parka =)

    Come sta la MIA macchina? Anzi quella di Marta? =)

    Besos cioppeles!

    RispondiElimina
  2. Cara la mia sorellona,

    se vuoi sapere come stia la macchina di Marta, devi chiedere alla Nonna Anca...

    La doganiera inglese a Dover mi ha chiesto se avessi qualcosa da dichiarare. Le ho risposto "Solo effetti personali".

    Namely, 10 kg di pasta, 3 litri d'olio umbro, 1 litro di aceto del Papà, due tubetti di pasta d'acciughe, capperi, sale grosso, pepe, riso del Gallo, un ferro da stiro,...

    Ho avuto seriamente il timore che mi potessero chiedere la bolla di accompagnamento del carico...!

    Ora sono qui: stamattina me la sono ronfata (fino alle 8.30 ora locale) e tra poco esco.

    Nella mia stanza (lo studio) ho appeso qualche foto e un foglio con sritto: "Un bacio arancione per lo sio Gigi Marta"!!!

    Baci

    RispondiElimina
  3. caro gigi. Dato il mio mestiere (quello di agente letterario) mi-ti domando: ma perché non provi a pubblicare quello che scrivi? almeno i reportages o note di costume? sai che sei davvero bravo? Non so chi potrebbe essere interessato, ma penso che potresti cercare una collaborazione con qualche giornale piccolo (anche uno di settore, quello della parrocchia, della scuola, dell'università, che ne so) e affinare le tue notevoli doti in questa specie di palestra editoriale. Mi hanno colpita il sense of humour, lo stile asciutto e senza sbavature, la capacità di osservazione . Mi sono dvertita, grazie ciao! Valentina Barbieri

    RispondiElimina
  4. ... ma allora è vero che basta metter piede in Gran Bretagna e si trova lavoro!

    bacio!
    la zia Anna

    RispondiElimina
  5. tu e il tuo poncho bike potete competere alla grande con la tenuta da bici degli inglesi!quanto all'andatura, beh, con tutto l'allenamento che hai fatto qui in Italy con la tua bici da corsa non dovresti avere problemi...dai scherzo!! non fare troppe ronde e soprattutto, di grazia, evita i pub nudisti.
    notte,bacio

    RispondiElimina
  6. ma la birra?
    che birra va per la maggiore laggiù?

    RispondiElimina