sabato 14 febbraio 2009

Note folkloristiche - parte seconda

Certo che gli inglesi in fin de' conti so' ggente strana, cc'hanno le strade larghe larghe e le chiamano stritt, li torpedoni alti alti e li chiamano bbass, e le femmene le chiamano uommene (Antonio de' Curtis)

Le stranezze dei britannici non si fermano a questa pur geniale istantanea del Principe della risata.
L'altro giorno ho scoperto che qui le scuole private si chiamano 'public schools'...

Un'altra settimana è passata, ricca di incontri piacevoli e interessanti - accademici o meno.
Prima o poi vi racconterò qualche dettaglio della bella rete di conoscenze che si sta formando attorno al sottoscritto in quel di Oxford, dei miei mates di language swap, degli incontri (pseudo-para-) intellettuali, and so on.

Oggi ho deciso di offrirvi ancora un saggio di inglesitudine bizzarra.
Se ne parlava stasera con Simona, una mia coinquilina italiana qui per un master: dopo una prima reazione di stupore di fronte ai comportamenti degli inglesi, si prova presto una sensazione di straniamento che può portare a due esiti. O un atteggiamento decisamente simpatetico, o un risoluto rigetto.
Io mi scopro giorno dopo giorno piuttosto ben disposto e divertito nei confronti della loro forma mentis.

Ecco qualche osservazione puntigliosamente registrata questa settimana.

Ordine pubblico ed educazione

Il filmato di Gioele Dix che ho postato tre domeniche fa - vola il tempo... - fotografava con efficacia la mania inglese di usare in ogni contesto la parola please. Un discorso analogo si può fare a proposito del loro vezzo nel chiedere sorry per qualsiasi cosa, anche quando si è nel giusto.
L'altro giorno un signore è sceso dal bus e ha calpestato maldestramente il piede di un passante. Il primo, colpevolmente, ha rivolto il suo sorry al malcapitato. Quest'ultimo gli ha risposto a tono con un sorry che nel più educato degli italiani sarebbe equivalso a una interiezione decisamente censurabile...

Quello che non smette di stupirmi qui a Oxford è la presenza muscolare delle forze dell'ordine. Non c'è ora del giorno in cui non si senta strillare una sirena della Polizia.
Considerato che la cittadina conta 120.000 abitanti, ma che nella zona da me frequentata non ce ne saranno più di 30.000, non posso che pensare che si tratti di un uso popolare, una tradizione antica e puntuale come il rito del tea...

Sarà per questo forse che a Oxford viene girata una serie poliziesca di successo, Inspector Morse. Ogni volta che vedo i cofanetti dei DVD da Blackwell's non posso che associare il pallido sosia di Barnaby alla signora Jessica Fletcher. Già, in fondo la piccola Cape Coad non sarà tanto più grande del centro di Oxford, sotto le cui guglie l'ispettore Morse si adopera per scovare i colpevoli dei crimini più efferati. Immagino che, come nel caso della Signora in Giallo, gli abitanti di Oxford facciano gli scongiuri ogni volta che si imabttono nel puntuale ispettore... Il tasso di criminalità di Oxford probabilmente supera quello di Cinisi...

La Polizia inglese. Ho già accennato alle pattuglie di poliziotti in bici appostati dietro gli angoli per lanciarsi all'inseguimento di ciclisti irregolari (non forniti, cioè, di luci e altri ammennicoli).

Non posso qui tacere quanto accaduto a due amici polacchi di Simona. I disgraziati, residenti e lavoratori a Oxford, hanno pensato bene di passare un mese di ferie in Tailandia. Al loro ritorno constatano con dolore e sconcerto che la loro auto è sparita. Non ve n'è più traccia alcuna. I poveri giovani lavoratori polacchi si mettono il cuore in pace e iniziano a guardarsi attorno in cerca di una vettura usata da comprare.
Pochi giorni dopo ricevono una lettera dalla Polizia, che li rende al corrente del fatto che la loro auto - passate due settimane dal sequesto con il carroattrezzi, giustificato dalla mancata esposizione di un bollino obbligatorio - era stata distrutta dallo sfasciacarrozze del dipartimento di Polizia.
Ripeto, se non fossi stato chiaro: sono stati via un mese; lasciano l'auto posteggiata davanti a casa; non si sono ricordati di pagare una tasse e esporre il relativo bollino; tornano e non trovano l'auto; scoprono che la Polizia ha sequestrato la stessa ma che, dopo due settimane, l'ha distrutta. Rischiando di essere pedanti, preciso: dopo due settimane, non li hanno avvisati di andare a recuperarla e pagare una salata multa...L'hanno distrutta.

E che dire delle mie esperienze in Posta. Ho dovuto mandare due lettere in Italia. Le Poste inglesi, come le italiane, offrono diversi servizi, anche bancari. Bisogna capire bene allora a quale mandria di persone accodarsi. La mia fila dura almeno una decina di minuti. Davanti a me due ragazzi, e subito oltre un anziano signore, appoggiato a un bastone e dal passo incerto. La fila è rallentata da un signore ancora più anziano che rimbrotta l'impiegato, lamentando qualcosa circa due schedine del Bingo(u). Durante l'estenuante attesa, l'anziano signore appoggiato al bastone scorge qualche prodotto in bella vista su un espositore parallelo alla fila, a un solo passo da lui. Esce dunque dalla fila per dare un'occhiata e risolve per prenderlo. Ritorna sui suoi passi, quand'ecco che un'odiosa impiegata grassoccia gli intima con fermezza che rasenta la violenza di tornare in fondo alla fila perché ne è uscito e ha perso ogni diritto precedentemente acquisito. Personalmente, avrei voluto insorgere e dirne quattro (in italiano; in inglese non so dirne più di due...) alla sgradevole zittellona. Mi sono trattenuto, però, perché la mia missiva era urgente, il mio tempo poco, e non volevo perdere la mia priorità in fila...

I ragazzi polacchi cui ho già fatto cenno - e che non conosco... - ne hanno passata un'altra. Per due sere di fila, la ragazza e una sua amica (rispettivamente 31 e 26 anni) hanno ricevuto la richiesta del barista di un pub di mostrare il documento di identità per appurare il loro diritto a ordinare dell'alcool. Entrambe le volte si sono sentite dire che il documento polacco non è considerabile valido e sono state invitate ad allontanarsi dal locale. La seconda volta, il marito della 31enne - che ancora stava pensando...non tanto all'auto, immagino, quanto ai suoi cd preferiti in essa contenuti - ha deciso di chiamare la Polizia e denunciare l'accaduto. Qui in UK, infatti, il codice prevede il reato di racist discrimination.

Concludo il post con una nota più accademica e polverosa.
Sto seguendo diversi seminari, oltre a perdere diottrie su libri e manoscritti.
La cosa interessante di ogni seminario, quanto al costume locale, è che se ne avverte un carattere, uno stile, uno spirito distintivo.
Il seminario di Storia Medievale si tiene nel bellissimo All Soul's College. Qui ci si riunisce in una elegante sala moderna, la Wharton Hall, con un caminetto dominato dal ritratto del Prof. Wharton, già luminare del college in qualche dimenticata disciplina.
Quello di Inglese Medievale ha luogo in una modernissima e anonima struttura della Facoltà. La stanza è asettica e assai poco confortevole. Ben più simpatico è invece il fatto che, al termine del dibattito (molto breve, invero), la serata termina con wineries copiosamente offerte al piano superiore...
Il top però è il seminario di Teologia e Storia Medievali, ospitato dal mirabilante Merton College (il quarto più antico di Oxford, dove ha studiato filosofia Wyclif). Qui ci si riunisce nella splendida Breakfast Room e all'arrivo si riceve gentilmente dalle mani del docente ospite una tazza - in porcellana blu e bianca - di ottimo earl grey. Ognuno si tiene la propria tazza di fianco al block-notes e sembra di essere al club di Fogg ne "Il giro del mondo in 80 giorni".

Per ora è tutto!
Vi mando un abbraccio da un'Inghilterra finalmente baciata dal sole.
Gigi

3 commenti:

  1. Non hai idea quanto sto ridendo... spero anch'io di poter scrivere annotazioni altrettanto gustose in futuro... ma si sa. gli Inglesi in certe cose sono imbattibili!

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  2. Lorenzo ride, meno male che ha senso dell'umorismo.
    Io penso che mi sarei incazzata come un puma.
    Già mi son girate le palle quando a Sibenik quel deficiente del parcheggio m'ha fatto portar via l'auto (del Caniato) perché l'ho lasciata mezz'ora in divieto di sosta e ho dovuto trottare in taxi fino quasi a Split per recuperarla. Figurati se l'avessi trovata accartocciata come un pacchetto di sigarette...
    Altro che risata, me lo sarei mangiato vivo, lo sbirro.

    Ho sempre ringraziato il Padreterno che non m'ha fatto nascere in Gran Bretagna. Ma ve la immaginate, la Scà "suddita" di Sua Maestà?
    No, non ce l'avrei potuta fare, sarei emigrata. Perfino in una democrazia malata e zoppa come quella italiana. Tutto, ma non suddita della Vecchia Babbiona...

    Baci, Gigi, stasera ci sei mancato.
    Anna

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  3. PAZZESCO!!!
    ti prego torna indietro così come te ne sei andato... con la stessa testa e gli stessi pensieri... non farti sopraffare da quella incredibile normalità.
    Porta indietro con te un po' di earl grey e un sacchettino di pazienza per aiutare tua nipote ad apprezzarlo (come si fa a far bere il the ad un bambino? mah...)

    Per quanto riguarda l'amica Jessica... Cabot Cove, Gigi... (per amor di precisione) =)

    Mi piace un sacco questa "rubrica"... continua eh?!

    Superbacio e ... ci si skypa presto!

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